FRONT ROW

a cura di Antonio Lilliu

CRUDO RAMMARICO nel Retail: il caso Tussy Tip.

CRUDO RAMMARICO nel Retail: il caso Tussy Tip.

Veramente il suo negozio si chiamava “LE MIE BELLE SCARPE “. Tussy Tip era consapevole che non era certo un nome particolarmente attraente per i clienti odierni, ma al tempo di sua madre il nome suonava come un invito o un consiglio da bisbigliare all’orecchio delle amiche migliori: “dove hai trovato queste scarpe stupende? “- “Le ho scoperte da LE MIE BELLE SCARPE. Sai quel negozio che hannno appena di fronte al Caffè Centrale! “ E così le ragazze del paese avevano fatto una tale propaganda che dopo qualche anno tutte le donne alla moda dell‘intera regione non vedevano l’ora di iniziare la nuova stagione indossando uno dei modelli all’ultimo grido che la madre di Tussy aveva scovato alle fiere di Parigi, Düsseldorf, Firenze e Milano.

Il negozio al tempo di Mrs. Tip andava a gonfie vele. Bisogna dire che la signora non si era risparmiata col lavoro, Tussy stessa da bambina doveva andare a trovarla in negozio se voleva scambiare quattro chiacchere. Ma l’impegno aveva premiato Mrs. Tip che col tempo si era costruita una tale fama di autoritá in fatto di stile, da dover ingrandire 3 volte il negozio nel giro di pochi anni e dover assumere sino a 5 commesse a tempo pieno.

Mrs. Tip, dopo aver lasciato a Tussy un negozio avviatissimo, si era ritirata a godersi la vita a Teneriffa tra té danzanti, spiagge mondane, escursioni in montagna e fine settimana di shopping a Marrakesh e Marbella, dato che neanche da “signora matura“ aveva perso la passione per la moda e le cose belle. Erano questi gli argomenti delle telefonate tra madre e figlia, di come andava il negozio non si parlava mai. “Per fortuna!” – pensava Tussy: cosí poteva risparmiare alla madre un quadro piuttosto desolante.

Da quando aveva rilevato il negozio cinque anni prima il fatturato si era piú che dimezzato: Tussy aveva concluso una partnership con due marchi di scarpe leader di mercato che si occupavano direttamente dell’assortimento, del regime e tempistica del riassortimenti, delle attivitá di marketing locale, pubblicitá, etc. Questa decisione era stata presa sopratutto sulla base di considerazioni personali: infatti non se la sentiva di condurre una vita come quella di sua madre, con settimane lavorative di 70 ore, viaggi al weekend per visitare le fiere o semplicemente fare trend-scout nelle capitali della moda. Anche le sue venditrici non potevano piú essere strapazzate con duro lavoro: due erano giá andate in pensione, mentre aveva promesso a sua madre di tenere sino alla fine le altre tre, un team affiatatissmo e leale al negozio sino alla morte.

É vero che Tussy era stata bravissima a ridurre le spese: meno personale, niente viaggi di ricerca, niente marketing, meno stock, piú assortimento NOS e condizioni commerciali migliori con i due partner principali, Purtroppo a fronte di una riduzione dei costi del 40 % il fatturato era sceso di oltre il 60 % dopo che uno dei partner era fallito l’anno prima, mentre l’altro aveva puntato su una politica di prezzi piú commerciali per incrementare i volumi di vendita. Il fatturato in pezzi era effettivamente cresciuto ma non in modo tale da compensare le perdite in valore. Le clienti affezionatissime d’una volta, ormai anziane, non si interessavano piú alla moda o semplicemente scomparivano, mentre le ragazze del paese acquistavano altrove.

Qualche giorno prima mentre innafiava le piante davanti al negozio, aveva sentito due giovani madri col carrozzino, mentre una impaziente diceva all’altra che si era fermata a guardare la vetrina “Ma dai, non vorrai dirmi che ti interessa il negozio dove compra mia nonna!” E poi tutt’e due avevano tirato dritto.

Qualche giorno dopo era venuto un rappresentante a fare vedere la nuova collezione a lei e alle sue venditrici, del cui fiuto allenato in 30 anni al fronte delle vendite si fidava ciecamente. Personalmente era rimasta affascinata dai modelli a tacchi vertiginosi, dalle nuove zeppe, dai nuovi ricami e colori accesi per l’estate, ma aveva notato come le anziane commesse esaminavano con sospetto e scetticismo la collezione, per decretare alla fine che quelli erano modelli per le grandi cittá: “le loro clienti volevano cose pratiche”. Da ultimo, una mattina in cui era occupata a controllare le fatture, aveva sentito una sua venditrice consigliare ad una cliente, una signora benestante alla ricerca di un paio di sandali a tacco alto per il matrimonio della figlia, di rivolgersi a un negozio concorrente che aveva aperto qualche tempo prima nel paese vicino “Deve andare nel negozio della signora Goldmine. So, con certezza, che porta modelli alla moda come quello che sta cercando Lei!

Allora aveva dovuto ammettere con crudo rammarico di lavorare non più per LE MIE BELLE SCARPE ma per le belle scarpe dei suoi concorrenti!

 

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